Montemonaco
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Centro abitato a ridosso dei monti Sibillini, Montemonaco deve il suo nome alla sua origine: su quest’altura trovò infatti rifugio nel Medio Evo un monaco benedettino. Nel IX secolo fu fondata una fortificazione benedettina. Alla fine del XIII secolo i nuclei rurali disseminati ai piedi dei monti Sibillini decisero di unirsi in un libero comune e scelsero come capoluogo Montemonaco, il monte del monaco, ossia l’altura al centro del territorio, facile da difendere. A tutela della loro libertà i montemonachesi costruirono le mura castellane intervallate da robusti torrioni. Tentarono invano di sottomettere il borgo Francesco Sforza, Niccolò Piccinino e alcune delle città confinanti tra cui Arquata del Tronto, Monte-fortino, Montegallo e Norcia.
DA VISITARE
Il centro storico è uno spaccato di vita medievale: i resti dell’antica Rocca (sec. XIII) e le tre torri rimaste sono opera dei maestri muratori lombardi; nella Chiesetta di S. Giovanni Battista, originaria del XIV sec., si conserva la pala della Vergine del Soccorso di Giulio Vergari (1521); la Chiesa di S. Biagio (sec. XV) e quella di S. Benedetto (sec. VI) sono ricche di opere d’arte: in quest’ultima si possono ammirare un portale datato 1546 e, all’interno, un affresco attribuito alla scuola del Crivelli, un Crocifisso intagliato in legno policromo e un prezioso reliquiario dell’orafo Cristoforo da Norcia. Il Palazzo Comunale eretto nel 1549 per volontà del Cardinale Famese, è la base d’appoggio della trecentesca Torre civica.
PER SAPERNE DI PIÙ
Partendo per escursioni sul Monte Sibilla o sul Monte Vettore, non si possono perdere la misterosa Grotta delle Fate o il piccolo Lago di Pilato, luogo ricco di antiche leggende, dalla caratteristica forma ad occhiali e famoso per la presenza del Chirocephalus Marchesonii, piccolo crostaceo rinvenuto nel 1954 dal professore Marchesoni, che durante i mesi estivi colora di rosso le acque.
DA GUSTARE
Tra i prodotti tipici della cucina genuina del posto si suggeriscono i salumi, il castrato di Montemonaco, le trote, i formaggi, i funghi porcini, il tartufo, le castagne, i piatti a base di polenta, coniglio, pollame e cinghiale, i dolci tipici, i vini dei colli ascolani e il tradizionale vino cotto.
DA PRATICARE
Essendo il secondo comune più alto delle Marche è un salutare luogo di villeggiatura, nonché un ottimo punto di partenza per escursioni sui Sibillini. È anche luogo ideale per pescare, andare a cavallo, in mountain bike e, d’inverno, per lo sci di fondo escursionistico.
DA SCOPRIRE
Numerose sono le aree fioristiche protette. Estesi boschi di latifoglie coprono le pendici montane. Foreste di faggio con esemplari plurisecolari si trovano sul Monte Banditello. La stella alpina e l’aquila sono presenti ancora sulle cime del Monte Sibilla e del Monte Vettore. Il Parco Monti Guarnieri che sovrasta il paese è una zona verde con alberi secolari. Da visitare le frazioni sparse nel territorio: Tofe, Rocca, Foce, Rascio, Valle-grascia con la Chiesa di San Lorenzo, Isola di S. Biagio con il suggestivo Lago di Gerosa e l’antica Chiesa di S. Giorgio e Altino, l’insediamento più elevato del versante orientale dei Sibillini. Il territorio è compreso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
DA NON PERDERE
Festa della Befana (6 gennaio); Festa di San Sebastiano (20 gennaio); Festa del Patrono S. Benedetto da Norcia, con quintana degli asini e sfilata (agosto); Sagra mercato delle castagne con vendita di prodotti tipici innaffiati col vin brulè (ultima domenica di ottobre); Presepe vivente (fine dicembre – primi di gennaio).