Montelparo
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I reperti litici rinvenuti e assegnabili all’Età del Bronzo, indicano significativi insediamenti Piceni risalenti al VII sec. a.C. Non mancano neppure testimonianze di età romana tardo-imperiale. Il nome Montelparo risale però all’alto Medioevo, quando il longobardo Eliasdoe o Eliprando fece costruire un castello sulla sommità del colle che fu definito Eliprando. Probabilmente in origine fu Monte Elprando, da cui Montelparo. Il castello passò poi ai monaci dell’abbazia di Farfa che lo ampliarono. Nel 1046 insieme a Smerillo e Montefalcone costituiva la parte centrale e più importante del territorio farfense nel Piceno.
Nel XII sec. divenne libero comune, con propri statuti. Tra il XII e il XIV sec. subì molteplici insediamenti, che lo resero più prospero che mai, tanto che presso i nobili veniva chiamato magnifica comunitas. Divenuto guelfo, ricevette importanti privilegi ed indulgenze da parte di vari pontefici, ma Sisto V, nel creare la diocesi di Montalto, gli tolse i privilegi acquisiti. Nonostante ciò il piccolo centro mantenne il suo ruolo di garante della sicurezza, per cui tra il XIII e il XIV secolo molte famiglie delle zone limitrofe chiesero di potervi dimorare in modo stabile, tanto che la popolazione raggiunse i 5000 abitanti.
DA VISITARE
La struttura urbanistica è prettamente medievale, mentre la disposizione delle abitazioni rispetta l’andamento della topografia locale: un grappolo di casette che si restringe mano a mano che ci si avvicina al centro, il punto più alto, dove spicca il campanile della gotica Chiesa di San Michele Arcangelo del XIV secolo, nel cui interno, tra l’altro, è un affresco del 1527 raffigurante una Crocifissione con Pietà e Padre Eterno.
Il torrione cilindrico dell’antica cinta muraria difensiva si erge in prossimità del Palazzo Municipale (sec. XIV-XV) dove è custodita una raccolta di pergamene preziose; la Chiesa di Santa Maria Novella (sec. XIV) ospita invece una tavola di Vincenzo Pagani, mentre il Convento di Sani’ Agostino (sec. XVIII), oggi sede del Museo di oggetti sacri, conserva suppellettili sacre e altre pregiate pergamene. Per i più curiosi si consiglia una visita al Museo degli antichi mestieri ambulanti su ruote.
PER SAPERNE DI PIÙ
È paese natio di ben due cardinali, Fulgenzio Travelloni e Gregorio Petrocchini.
Nella località esistono servizi, centri residenziali e attività ricreative per anziani, portatori di handicap e minori svantaggiati.
DA GUSTARE
I prodotti tipici del luogo sono il ciauscolo, i vincisgrassi, la polenta sulla spianatora, il farro, i frascarelli, i tagliolini, il maiale, il pollo, il coniglio, il castrato e la porchetta.
I vini bianco, rosso e cotto del posto accompagnano gli ottimi piatti.
DA PRATICARE
Il centro polisportivo comunale è disponibile per soddisfare le varie esigenze degli amanti dello sport.
DA SCOPRIRE
Poco fuori dal centro abitato, si trova la suggestiva Chiesa di S. Maria di Canrurano, con resti di affreschi dei secoli XV e XVI.
DA NON PERDERE
Festa di Sant’Antonio Abate e Sagra del Baccalà (gennaio); Festival “Il chiostro d’oro”, manifestazione di teatro dialettale e di strada (luglio-agosto); Sagra della polenta sulla spianatora (venerdì sabato e domenica precedenti Ferragosto); Festa di Santa Maria in Canrurano e Sfilata delle canestrelle (settembre).